Stamattina ci siamo tutti svegliati con un'importante novità nucleare: Sogin ha infatti pubblicato la lista preliminare dei siti idonei ad ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive italiane.
La lista individua 67 aree adeguate dal punto di vista climatico, geologico e idrogeologico, divise tra Piemonte, Toscana-Lazio, Puglia-Basilicata, Sardegna e Sicilia. Nei commenti sotto agli articoli di giornale ovviamente si è già scatenato il panico e c'è già chi promette le barricate.
In realtà ci sono ottimi motivi per volere il deposito nazionale all'interno della propria regione, che vanno dalla creazione di un indotto lavorativo a livello locale al fatto che alla struttura di stoccaggio sarà affiancato un parco tecnologico.
A chi teme ricadute sull'indotto turistico, possiamo ricordare che in Olanda il deposito nazionale di scorie radioattive è stato trasformato in una galleria d'arte ed è visitabile: https://www.covra.nl/en/
Il fatto che siano state individuate ben 67 aree geologicamente adatte ad ospitare i rifiuti radioattivi italiani prova ovviamente che il refrain "non si sa dove mettere le scorie nucleari" è una fregnaccia; nondimeno, temo che la sindrome di NIMBY tipica italiana renderà la scelta del sito una questione politica e che, come già accaduto più volte in passato, continueremo a passare da una soluzione temporanea all'altra per non scontentare nessuno. Spero di sbagliarmi.
In tutto questo trovo intellettualmente onesto segnalare che, per una volta, Repubblica NON ha affidato la scrittura dell'articolo sul deposito nazionale a uno dei soliti mitomani bugiardi come Visetti. Il pezzo di Repubblica è infatti, incredibile ma vero, estremamente preciso: specifica che ad oggi la maggior parte delle scorie radioattive italiane è di origine medica o industriale, che per la maggior parte si tratta di scorie di livello medio o basso e si augura che venga trovata una soluzione al più presto, per evitare di continuare a versare soldi a Inghilterra e Francia per lo stoccaggio temporaneo dei nostri rifiuti.
Speriamo che il pezzo di Repubblica segni un'inversione di tendenza rispetto al modo grossolano con cui hanno trattato il tema del nucleare in passato, e che non si tratti invece della proverbiale sveglia rotta che ha ragione due volte al giorno.
Il Corriere della Sera invece pubblica come copertina del pezzo il solito fotomontaggio di barili gialli in mezzo ai prati. Pagliacci.
-Luca
PS: sì, in quanto sostenitore dell'energia nucleare, prenderei volentieri le scorie a casa mia, se potessi farlo. Purtroppo casa mia non è abbastanza grande. Ma non avrei problemi ad avere il deposito nazionale nel mio comune, nel mio quartiere o nell'isolato a fianco a quello in cui abito. Purtroppo il mio comune, essendo una grande città, non è di quelli selezionati da Sogin come papabili.
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